L’ASSOCIAZIONE MAGISTRATI TRIBUTARI
Professionalità da tutelare
Daniela Gobbi:
la funzione a tempo pieno non significa essere buoni giudici Federica Micardi La tutela delle professionalità acquisite, la formazione obbligatoria e un tavolo di concertazione per trovare
soluzioni condivise. Queste sono, secondo il presidente dell’Associazione magistrati tributari (Amt) Daniela Gobbi, eletta il 15 gennaio scorso, dei punti fondamentali quando si parla
di riforma della giustizia tributaria.
Interventi fatti senza conoscere bene la macchina del processo tributario, secondo Gobbi, «rischiano di stravolgere un sistema che, nel bene e nel male, ha funzionato in tutti questi anni e che funziona; come dimostrano la tenuta delle sentenze tributarie in Cassazione e la speditezza della gestione del processo».
La riforma firmata Lega (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri) affronta questioni importanti, come il passaggio dal ministero dell’Economia e delle finanza – sotto il cui controllo si trova
anche l’agenzia delle Entrate – alla Presidenza del Consiglio. Sul punto il presidente dell’Amt sottolinea che questa scissione è importante soprattutto per il contribuente che vedrebbe
rafforzata, anche nell’apparenza, la terzietà del giudice.
L’Amt non è contraria a una riorganizzazione del sistema, ritiene però necessario che qualunque riforma non debba disperdere il patrimonio di professionalità assicurato dagli attuali giudici tributari e maturato in anni di esercizio dell’attività giurisdizionale. E in merito al giudice “a tempo pieno” il presidente Gobbi ci tiene a sottolineare che «svolgere la funzione di giudice a tempo pieno non significa necessariamente essere un buon giudice, un giudice preparato. Come, al contrario, essere un giudice a tempo parziale, non significa essere un giudice impreparato.
Questo è un sillogismo nel quale l’associazione non si ritrova perché la materia tributaria richiede la presenza di professionalità diverse: del magistrato, dell’avvocato e del commercialista».
Sul tema della riforma l’Amt, che si dice disponibile a partecipare ai tavoli di confronto, si è già attivata: c’è un gruppo di studio che ha esaminato i progetti di legge presentati e formulato un documento ora a disposizione del Comitato direttivo centrale, il quale dovrà pronunciarsi nella prossima seduta, sentiti i quadri regionali